Il panorama videoludico attuale offre una moltitudine di scelte differenti tra loro, ma un fattore è diventato sempre più comune e omogeneo al giorno d’oggi: molti giocatori (soprattutto i più “stagionati”) lamentano un basso livello di difficoltà e sfida rispetto ai bei tempi andati, gli anni d’oro dei videogiochi che vengono normalmente collocati a cavallo tra la fine degli anni ’80 e la fine degli anni ’90. Questi ultimi, però, possono stare tranquilli riguardo al prodotto in questione: troveranno pane per i loro denti. I ragazzi di Iron Tower Studio, capeggiati da Vince D. Weller, hanno al loro attivo un progetto ambizioso, iniziato nel lontano 2004 e finalmente sbarcato su Steam dopo un lungo periodo di transizione nella sezione Greenlight: l’enorme mole di regole e di testi presenti nel gioco di cui parleremo giustifica assolutamente il protrarsi del progetto, che quest’anno compirà il decimo anniversario e probabilmente festeggerà la release definitiva. Bando agli indugi, diamo un’occhiata da vicino a quello che si preannuncia un gioco certamente di nicchia, ma veramente interessante nel mercato degli RPG: The Age of Decadence.
ROMA DIVINA URBS
L’ambientazione è di per sé affascinante, considerando che prende a modello una delle civiltà più famose e potenti della storia umana: l’italica Roma antica è sorta, ha conquistato il mondo e ora, come tutto ciò che viene edificato dagli esseri umani, conosce il declino e la rovina con la progressiva desertificazione dei territori e l’isolamento dei centri urbani, trasformati in città-stato indipendenti e corrotte dal malaffare. In questo mondo marcio e pericoloso, dove è possibile perdere la vita per mano di tagliagole interessati a rubarci anche solo i vestiti, spunta l’eroe che tutte le leggende narravano da tempo immemorabile… Vi piacerebbe, vero? Sbagliato. In The Age of Decadence non saremo il classico “prescelto”, l’eroe straordinario eppure così ordinario nei giochi del giorno d’oggi: impersoneremo, invece, dei perfetti sconosciuti, persone oscure e ignote che tentano con fatica di rendere quel mondo ostile un posto leggermente migliore… per se stessi. Un’altra interessante variazione rispetto alla classica impostazione di un RPG fantasy risiede nell’assenza quasi totale di magia: non esistono maghi o incantesimi in questo mondo, niente cure miracolose a disposizione di incauti avventurieri né magie distruttive da lanciare contro i nostri nemici, ma soltanto il mero metallo al nostro fianco. In questa interessante ambientazione post-apocalittica collocata in un “passato alternativo” non c’è spazio per la pietà, e chi si fida troppo del prossimo finisce molto presto in situazioni potenzialmente mortali. Morire è estremamente facile, e durante i primi tentativi di gioco finiremo certamente tra le braccia della morte più di una volta, prima di imparare a cambiare completamente il nostro classico modo di intendere i giochi e iniziare a comportarci come se fossimo veramente lì, alle prese con questo mondo pericoloso.
Questo potrebbe scoraggiare i giocatori meno determinati, ma una volta apprese le meccaniche e vinte le nostre debolezze, inizieremo a immergerci sempre più nell’interessante ambientazione di The Age of Decadence: attualmente questo prodotto è ciò che più si avvicina (nel mercato videoludico) ai giochi di ruolo da tavolo, come Dungeons & Dragons et similia, con i quali certamente molti videogiocatori si sono divertiti più di una volta trascorrendo una serata divertente tra amici. La scelta di narrare gli eventi con una finestra a parte, descrivendo testualmente le situazioni e ciò che ci circonda, ricorda molto il lavoro del dungeon master durante un’avventura da tavolo, con l’aggiunta di scelte multiple che influiscono pesantemente su ciò che accadrà da lì a poco: lo stesso discorso si applica alla maggior parte delle azioni diverse dal combattimento o dagli spostamenti nelle varie mappe, come, ad esempio, tentare di introdursi in un’abitazione oppure convincere un interlocutore di un determinato argomento usando il proprio carisma. Il tutto si rivela, alla fine, estremamente piacevole da giocare se si è propensi alla più classica impostazione degli RPG, con molto testo da leggere (tutto in inglese) e altrettanto per pensare a come agire: è plausibile affermare che The Age of Decadence sia a tutti gli effetti un esponente assolutamente controcorrente rispetto agli standard del genere odierno, più improntati all’azione e al combattimento che all’interpretazione di un personaggio di fantasia. Le quest vengono affidate da PNG o da eventi automatici e hanno diverse possibili soluzioni, in modo da rendere il tutto più realistico e plausibile, così come le battaglie si rivelano presto pregne di varietà. Proprio sul discorso dei combattimenti si apre un ampio discorso a parte.
DIFFICILE…COME LA VITA
The Age of Decadence ci porta a confrontarci con un sistema di combattimento molto intelligente, schematico, preso dalla miglior tradizione degli RPG da tavolo, degli SRPG e con una punta di innovazione introdotta specificamente in questo titolo: a volte sembra di essere alle prese con il combat system dei primi due Fallout, con i Punti Azione che determinano quante mosse potremo fare nel nostro turno, siano esse spostamenti oppure attacchi, che a loro volta si suddividono in attacchi normali, mirati e speciali. La battaglia si svolgerà appunto a turni, ma dopo i primi momenti impiegati a far pratica con il combat system, ci accorgeremo che è tutto fuorché una lotta lenta o troppo “inquadrata”, complice un fatto semplicissimo: un errore di valutazione può costarci la vita, un tiro mirato al momento giusto può ribaltare le sorti del combattimento e di solito vince chi è (mentalmente) più agile. Il nostro personaggio ha una vera e propria scheda relativa alle sue capacità, alle sue statistiche, alla reputazione (altra derivazione dagli RPG cartacei), ed è talmente complessa che necessiterebbe di un piccolo manuale a parte per descriverne tutte le peculiarità: ogni statistica influenza i gradi di apprendimento delle capacità (skills) ed influenza anche specifiche caratteristiche del personaggio, come il numero di action points disponibili, la credibilità di cui dispone presso gli interlocutori, eccetera. Come ultima cosa ancora più gradevole e originale, The Age of Decadence ci permetterà di vestire i panni anche di classi non combattenti più basate sul carisma e sulla loquacità, come il Commerciante, il Pretore o l’Imbroglione (una sorta di ladro che punta sul carisma e sulle menzogne).
IL TEMPO PASSA
Come si diceva all’inizio dell’articolo, i ragazzi di Iron Tower sono al lavoro su questo interessante progetto sin dal lontano 2004, e a tal proposito troviamo forse l’unica pecca di questo valido titolo: il comparto grafico risulta abbastanza datato se osservato con gli occhi di un giocatore odierno, con il tipico stile estetico delle produzioni di quell’epoca (sono passati ben 10 anni), anche se vanno comunque lodate le texture, di pregevole fattura nonostante così segnate dal corso del tempo. Il comparto sonoro risulta, tutto sommato, piacevole, e accompagna le nostre avventure con ritmi mai troppo invadenti, ma purtroppo anche orfani di mordente e più simili a banali motivi di background: stesso discorso per gli effetti sonori, quasi completamente assenti nelle sezioni esplorative e assai elementari nelle sezioni di combattimento. La versione presente su Steam presenta ancora alcuni bug (principalmente crash improvvisi) e imperfezioni a livello grafico, ma va specificato che il prodotto è in fase di Accesso Anticipato e quindi ancora migliorabile sotto vari punti di vista.
A livello di gameplay, The Age of Decadence si rivela fin da subito una piccola perla, capace di far sudare anche i più esperti giocatori, ma di tenerli incollati allo schermo una volta apprese le basi e “accettata la sfida”. Un prodotto certamente di grande qualità, che nonostante le pecche a livello tecnico (dovute principalmente al lungo tempo di sviluppo) sembra riuscire alla perfezione in ciò in cui un videogioco dovrebbe eccellere per definizione: essere un prodotto in grado di divertire per ore e ore. Seguiremo lo sviluppo di questo interessante prodotto fino allo stadio finale di sviluppo, per ora Iron Tower si merita gli applausi per il coraggio dimostrato nell’investire in un gioco così controcorrente.
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